S.M.S. G. Deledda
Località: Piazza G. Bruno
Contatti: tel. e fax 081 62.73.42
E-mail: naee05200q@istruzione.it

Monumento adottato
Chiesa di Santa Maria dell'Incoronata
Studenti
210
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
170
Insegnanti
37
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
25
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
Italiano, storia, geografia, educazione artistica, scienze, educazione musicale, lingue, religione
S.M.S. G. Deledda

Motivo dell'adozione

Si è arrivati all’Incoronata dopo una serie di considerazioni: a) è un monumento facilmente raggiungibile, anche con i mezzi pubblici; b) la sua collocazione urbanistica è di particolare interesse per approfondire lo studio sulla città; c) le situazioni di gravissimo degrado vissute dal monumento in epoche passate e recenti offrivano lo spunto per una seria riflessione sulle cause che portano alla rovina e, spesso, alla perdita dei monumenti.

Descrizione del Monumento

La costruzione della chiesa è legata ad un momento particolare della storia della città. Dopo anni di crisi politica e lotte sanguinose durante le quali dovette difendersi dall’accusa di aver ucciso il marito, nel 1348 Giovanna I d’Angiò lascia la città e si rifugia presso la corte papale di Avignone. Riabilitata dal tribunale, nel 1352 torna a Napoli e viene incoronata regina. A ricordo dell’evento, fonda un ospedale dei poveri e una chiesa, intitolata alla corona di spine del Cristo. Luogo preferito dai reali angioini e aragonesi per cerimonie solenni ed incoronazioni, per due secoli circa la chiesa continua ad assistere a feste, giostre e tornei. La sua decadenza comincia nella prima metà del Cinquecento. Interrata di quasi tre metri rispetto al piano stradale, innnalzatosi in seguito alla sistemazione del secondo fossato intorno al Castelnuovo, viene abbandonata dai Padri Certosini. Viene riaperta al culto nel XVIII secolo. Nonostante importanti lavori di rifacimento l’avessero rivestita di una ricca decorazione barocca, le sue sorti non si risollevano e finisce con l’essere utilizzata come basamento di un edificio civile. Tra il 1925 e il 1929 durante un imponente lavoro di restauro viene riportato alla luce il portico originario. Tra il 1959 e il 1961 viene finalmente liberata dall’edificio che la opprimeva. Vengono ritrovati gli originari affreschi trecenteschi di Roberto d’Oderisio, gravemente danneggiati. Chiusa dopo il sisma del 1980, è stata riaperta al pubblico, restaurata e consolidata, nell’aprile 1993. Anche gli affreschi sono oggi nuovamente visibili, sistemati su supporti mobili e ricollocati quasi tutti al loro posto.

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