Liceo Ginnasio J. Sannazaro
Località: Via Carlo Pecchia, 26
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Monumento adottato
Castel Sant’Elmo
Studenti
1.367
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
60
Insegnanti
93
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
6
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
Storia dell’arte, italiano, storia, scienze

Motivo dell'adozione

La scelta di Sant’Elmo è stata determinata dalla volontà di approfondire la conoscenza della relazione tra il castello e il quartiere nel quale opera la scuola. La presenza del castello, infatti, ha fortemente condizionato l’urbanizzazione della collina e il tracciato delle strade di accesso, ancora oggi essenziali per il collegamento tra il Vomero e la città bassa.

Descrizione del Monumento

Il castello risulta abitato già dal 1275, durante il regno di Carlo I d’Angiò. A quell’epoca, doveva avere la struttura di un palatium medievale. Nel 1329 Roberto d’Angiò decise di ampliarlo, affidando l’incarico a Francesco De Vico e Tino da Camaino. Il palatium, chiamato Belforte, era di forma quadrata, fortificato con mura e torri sul lato frontale. Nel corso della ricostruzione venne modificato con opere difensive, tanto da essere chiamato Castrum Sancti Erasmi, probabilmente per la presenza di una cappella dedicata a Sant’Erasmo. La ricostruzione cinquecentesca, voluta da Carlo V e diretta da Don Pedro de Toledo, fu eseguita su progetto dell’architetto Pedro Louis Escrivà di Valenza. Tra il 1538 ed il 1547, il castello (chiamato Sant’Ermo o Sant’Elmo, forse dall’originario Sant’Erasmo) trovò la sua attuale configurazione. La pianta stellare a sei punte ben si addice al luogo e alla funzione difensiva e strategica. Lavori di restauro furono realizzati a partire dal 1599 da Domenico Fontana (nel 1587 un fulmine aveva colpito il deposito di munizioni, distruggendo la palazzina del castellano, gli alloggi militari e la chiesa). L’originaria struttura non è mai stata alterata né da questo né dai successivi restauri. Il castello è stato demanio militare fino al 1976, anno in cui ha avuto inizio l’ultimo restauro, condotto dal Provveditorato alle Opere Pubbliche, con l’intento di restituirlo alla città come sede di attività culturali. E’ stato realizzato un Auditorium per settecento persone e ricavati molti locali nel piazzale d’Armi e nel livello sottostante.

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