S.M.S. Roberto Bracco
Località: Via Lucullo, 55
Contatti: tel. e fax 081 64.36.86
E-mail: namm01000l@istruzione.it

Monumento adottato
Maschio Angioino fino al 2015
Studenti
550
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
150
Insegnanti
61
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
15
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
Storico, artistico, letterario, linguistico
S.M.S. Roberto Bracco

Motivo dell'adozione

L’adozione del Maschio Angioino non è stata una scelta casuale, ma è nata dalla consapevolezza che la storia di questo complesso architettonico coincide con quella della città stessa. Ripercorrere i luoghi della memoria significa costruire, nei nostri giovanissimi allievi, una solidità di appartenenza alla propria città e fiducia nel suo riscatto. Quest’esperienza, decisiva per la crescita culturale e civile dei discenti, ha costituito anche per i docenti una preziosa opportunità educativa e didattica perché nella scuola si realizzasse il contatto vivo con la realtà circostante ed un incentivo all’operatività. Il progetto, nella sua articolazione, ha utilizzato metodologie che hanno perseguito obiettivi cognitivi e metacognitivi attraverso l’uso finalizzato di linguaggi, strumenti e tecniche in un contesto interdisciplinare.

Descrizione del Monumento

Nell’odierna piazza Municipio, si erge imponente Castelnuovo, comunemente noto come Maschio Angioino, quasi a testimoniare la sua antica funzione di baluardo difensivo per la città e la dinastia che lo volle. Iniziato nel 1279 con l’avvento di Carlo I d’Angiò, fu completato nel 1282 secondo i canoni dell’architettura gotica. La pianta, a forma di quadrilatero irregolare, presenta cinque torri di difesa, una in tufo giallo (Torre del Tesoro, detta dell’Oro) e quattro in piperno (Torre del Beverello, Torre di Guardia, Torre di Mezzo e Torre di San Giorgio). La prima cosa che colpisce il visitatore è il monumentale Arco di Trionfo, fatto costruire da Alfonso d’Aragona, detto il Magnanimo, a ricordo e celebrazione del suo ingresso trionfale in città. Entrati nel cortile, scorgiamo di fronte l’elegante facciata della Cappella Palatina, dove sono ancora visibili preziosi frammenti della decorazione ad affresco, documento della permanenza in città di Giotto e di alcuni suoi allievi. A sinistra, lo scalone che conduce alla Sala dei Baroni, opera di Guillermo Sagrera.

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