S.M.S. R. Darmon
Località: Corso garibaldi,330/a
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E-mail: DARMON22@libero.it

Monumento adottato
Eremo di Santa Maria di Pietraspaccata
Studenti
510
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
250
Insegnanti
66
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
12
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
Scientifico, storico, informatico, linguistico, educazione artistica e tecnica, religione
Docenti referenti
Pina Carini e Carlo Palermo
S.M.S. R. Darmon

Motivo dell'adozione

La scelta dell’Eremo di Santa Maria di Pietraspaccata è stata la conseguenza di un lungo impegno di ricerca sul territorio che la nostra scuola conduce da diversi anni allo scopo di coinvolgere il quartiere, le associazioni culturali e le Istituzioni in un progetto teso al miglioramento della qualità della vita. Tra i monumenti esistenti sul territorio (castelli, masserie, ricche zone archeologiche), abbiamo scelto l’Eremo perché la sua salvaguardia è fortemente collegata a quella dell’ambiente circostante. L’Eremo è incastonato nel costone tufaceo di uno dei solchi idrografici nel versante nord-ovest della collina dei Camaldoli ed è situato nell’ultimo suggestivo angolo di bosco, in parte aggredito da discariche abusive e da ipotesi di speculazione edilizia che minacciano di compromettere il precario equilibrio idrogeologico della zona e le specie rare che vi hanno trovato dimora.

Descrizione del Monumento

Il monumento è costituito da due parti. La prima è un complesso di grotte scavate nella roccia, forse dagli Osci (presenti nella zona già nell’VIII secolo a.C.). In epoca romana divenne con ogni probabilità un ninfeo. La grotta più grande fu successivamente adibita ad oratorio, poi divenne una cappella paleocristiana ed infine fu trasformata in una chiesetta rupestre. Attualmente presenta una facciata in muratura su cui risaltano le lesene in stucco, sormontate da un timpano con finestrino ovale. L’interno, a navata unica e due cappelle, è caratterizzato da un’abside affrescata con retrostante deambulatorio. La seconda parte del monumento è costituita invece da un romitorio. Costruito dopo il 1500 per ospitare i romiti dediti al culto della Madonna (la cui statua secondo una leggenda fu rinvenuta in un masso distaccatosi dalla rupe), divenne col tempo luogo di accoglienza per i pellegrini che numerosi giungevano lungo l’antico tratturo osco che collegava la pianura flegrea con l’interno. Il tratturo costituiva una importante via di comunicazione e di approvvigionamento d’acqua e offriva la vista sulla pianura di Quarto fino al mare di Licola, con possibilità difensive. Attualmente nel romitorio, che versa in uno stato di penoso abbandono, sono visibili frammenti di mosaici d’epoca romana e un’edicola con l’affresco di una Madonna. Al piano superiore ci sono una singolare cucina ed altri suggestivi ambienti scavati nel tufo di incerta destinazione d’uso. Alla sinistra del complesso si nota un’antica cisterna, originariamente alimentata da un impluvium scavato nella roccia.

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