S.M.S. D'Ovidio-Nicolardi
Località: Via Duomo, 276
Contatti: tel. 081 66.08.026 - fax 081 560.80.26
E-mail: namm60800t@istruzione.it

Monumento adottato
Storia, educazione artistica, educazione tecnica, italiano
Studenti
850
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
45
Insegnanti
105
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
6
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
Storia, educazione artistica, educazione tecnica, italiano
S.M.S. D'Ovidio-Nicolardi

Motivo dell'adozione

La scelta sta a testimoniare un nuovo modo d’intendere il rapporto tra scuola e territorio. L’Eremo è stato privilegiato non solo perché compreso nello stesso tessuto urbano della nostra scuola, ma anche perché offre una grande testimonianza di natura spirituale, culturale e sociale. E’ stato considerato un luogo dove è possibile attuare l’interdisciplinarietà: la traduzione del latino diventa qui un’esperienza viva, il boschetto adiacente offre occasioni per lezioni di scienze, tutto il complesso architettonico è un incentivo per fare storia anche attraverso l’arte religiosa e per affrontare il problema dei beni culturali ecclesiastici.

Descrizione del Monumento

L’Eremo sorge nel punto più alto della città, sulla collina dei Camaldoli, tra il Vesuvio e i Campi Flegrei. Fu eretto nel 1585 dalla Congregazione Camaldolese di Montecorona, sul luogo dove sorgeva una chiesa dedicata alla Trasfigurazione, e detta successivamente del SS. Salvatore. Ha ospitato monaci coronesi fino al 1962, anno in cui sono subentrati i monaci di Camaldoli (Arezzo). I monaci hanno impresso alla chiesa una marcata presenza spirituale, favorendo la partecipazione attiva dei fedeli alla vita liturgica della comunità ecclesiastica. Il complesso rispecchia i canoni dell’architettura cinquecentesca. Un ampio arco ospita il vano d’ingresso (con in alto lo stemma camaldolese). Da qui, attraverso una rampa di scale, si accede al sagrato della chiesa, costruita sui ruderi dell’originaria cappella e affiancata da una torre campanaria e da un belvedere, diviso in due parti (la prima riservata ai monaci, la seconda ai visitatori). Da un bel portale si accede alla chiesa, ad unica navata e con sei cappelle laterali. L’altare maggiore è attribuito a Cosimo Fanzago. La chiesa conserva preziosi dipinti di Francesco Fracanzano, Luca Giordano, Massimo Stanzione. Da una porta del vestibolo si accede alla zona di clausura, con diversi recinti in tufo, in ognuno dei quali vi è una cella, un pozzo e un piccolo orto. L’Eremo dispone di una foresteria, di un refettorio e di un fornita biblioteca.

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