I.C. Tricase Via Apulia - Tricase (LE) - Adozione n. 1
Località: Via San Giovanni Bosco, 8
Contatti: TEL. 0833/544236

Monumento adottato
Chiesa di San Francesco e Convento dei Cappuccini, Tricase
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
51
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
9
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
Italiano, Storia, Arte e Immagine, Musica, Religione, Inglese
Sito web
www.apuliascuola.gov.it

Motivo dell'adozione

I monumenti adottati fanno parte del patrimonio culturale e artistico del territorio, per cui si è ritenuto opportuno promuoverne la conoscenza presso le nuove generazioni affinché, dopo averne appreso l’importanza sul piano artistico e storico in generale, gli alunni ne possano comprendere anche il valore indiscutibile sul piano identitario e contribuiscano, di conseguenza, in maniera consapevole alla loro protezione e salvaguardia.Le chiese adottate sono ricche di storia e di apprezzabili elementi caratteristici dell’arte rinascimentale e barocca del nostro territorio.

Descrizione del Monumento

CHIESA DI SAN FRANCESCO CON ANNESSO CONVENTO DEI FRANCESCANI CAPPUCCINI DI TRICASEL’angolo nord della Piazza Cappuccini è occupato dalla scura mole della chiesa di San Francesco con annesso convento dei Francescani Cappuccini, alla cui costruzione contribuirono i frati, insediatisi a Tricase nel 1578 ad iniziativa di Briana Acquaviva D’Aragona (moglie del barone Cesare Pappagoda e figlia di Giovan Bernardino II, quarto duca di Nardò). Probabilmente, però, l’Acquaviva, morta tra il 1587 e il 1590, non fu la sola ad avere parte attiva nella costruzione del complesso monastico, se si considera che nelle più che attendibile descrizione di Tricase degli ultimi anni del 600, dovuta ad Antonio Micetti, si legge che i lavori, portati a termine nel 1588, furono eseguiti in parte con il concorso dei devoti e, per la maggior parte, con il concorso dei fratelli tricasini Giacomo e Giovan Ferdinando Micetti. Nel 1811 il convento fu soppresso e chiuso in esecuzione del decreto del 7 Agosto 1809, emanato dal re di Napoli Gioacchino Murat; riaperto nel 1824, fu poi definitivamente chiuso nel 1866 per essere destinato a carcere mandamentale e ricovero per senzatetto.

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